Il biologo statunitense Dr. Kary Mullis fu insignito del Premio Nobel per la chimica nel 1993 per la sua invenzione della reazione a catena della polimerasi. La PCR (polymerase chain reaction) è un metodo di analisi e, come specificato dal suo scopritore, non è stato progettato per testare un virus. Mullis spiega perchè:
“Con la PCR, se la fai bene, puoi trovare quasi tutto in chiunque. Inizia a farti credere in quella sorta di emozione buddhista secondo cui tutto è contenuto in ogni altra cosa. Se riesci ad amplificare una singola molecola fino a qualcosa che si può realmente misurare, cosa che la PCR può fare, allora ci sono pochissime molecole di cui non ne esista almeno una nel corpo”
Il test PCR, a seconda di quanto si alzino i parametri, può trovare di tutto ma risultati così ottenuti non sono significativi. Eppure, durante la pandemia, è accaduto esattamente questo. Il protocollo ufficiale per i test PCR del Covid 19 ha generato un’infinità di falsi positivi, distorcendo i risultati.
Kary Mullis e l’HIV

Dei test PCR era già stato fatto un uso improprio in passato, nel cercare un collegamento fra HIV e AIDS. All’epoca, il Dr. Anthony Fauci aveva spinto per somministrare dosi elevate di un vecchio e pericoloso farmaco antitumorale, l’AZT, ai malati di AIDS. Mullis era stato assunto per misurare con la PCR l’HIV nei campioni dei pazienti e si accorse che qualcosa non andava. Lavorava partendo dalla premessa che l’HIV fosse la probabile causa dell’AIDS, ma quando andò a cercare le prove scoprì che non ce n’erano. Nessuno aveva riferimenti su cui basare le analisi.
“A chi devo rivolgermi per questo paper? E mi sono guardato intorno. Ho chiesto a un paio di virologi di quell’azienda e mi hanno detto che “no, non è necessario avere dei riferimenti.” Allora ho detto “devo avere dei riferimenti perché, se non so da dove proviene, come faccio a saperlo…” Così ho scoperto che nessuno lo sapeva, mi stavo davvero spaventando per questo. E’ stato allora che ho cominciato a dire che nessuno lo sa veramente. Tutta questa faccenda è una grande farsa.”

Mullis era consapevole di trovarsi una situazione pericolosa. Nonostante questo scelse di fare le sue domande scomode e di parlare. In un’intervista del 1994 con Celia Farber, per la rivista Spin, espresse senza mezzi termini il suo desiderio di smascherare il Dr. Anthony Fauci e il Dr. Robert Gallo, che aveva identificato l’HIV come causa dell’AIDS. Il 7 agosto 2019, tre mesi prima dell’arrivo del Covid 19, Kary Mullis morì per una polmonite, con una tempistica davvero misteriosa. Il documentario del produttore e video reporter Greg Reese restituisce fedeltà ai fatti e alza il velo di silenzio steso dal sistema sulla figura di Mullis e sull’utilizzo completamente errato e fallace dei test PCR.
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