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YUVAL NOAH HARARI : COVID FONDAMENTALE PER FAR LEGITTIMARE SORVEGLIANZA BIOMETRICA TOTALE

Lo storico israeliano ammette il ruolo fondamentale del Covid per l’accettazione di una sorveglianza totale

Il filosofo e storico israeliano Yuval Noah Harari, consulente di punta di Klaus Schwab, il 2 ottobre 2020 partecipa all’Athens Democracy Forum, in Grecia. Durante una Tavola rotonda di discussione dal tema “Tecnologia e futuro della democrazia”, Harari risponde alle domande dell’intervistatore Alexis Papahelas ed esprime le sue considerazioni sulla sorveglianza iniziata durante la pandemia e sui possibili sviluppi futuri.

Il Covid è fondamentale perché è questo che convince le persone ad accettare, a legittimare una sorveglianza biometrica totale. Se vogliamo fermare questa epidemia non dobbiamo semplicemente monitorare le persone, dobbiamo monitorare cosa avviene sotto la loro pelle, la loro temperatura corporea come quando siamo venuti qui. Abbiamo dovuto sottoporci al test della temperatura corporea… Quindi non sono contrario alla sorveglianza, è uno strumento importante specialmente per combattere le epidemie. La questione è chi la fa e come, se la affidi ai Servizi di sicurezza questo è estremamente pericoloso. Ora lo stanno usando per vedere se hai il coronavirus ma è esattamente la stessa tecnologia che può determinare cosa pensi del governo

Yuval Noah Harari afferma che il Covid legittima la sorveglianza biometrica totale

Yuval Hoah Harari espone come il controllo biometrico sia necessario per fermare il Covid 19 e come si potrebbe arrivare, in futuro, ad una sorveglianza totale, persino dei pensieri delle persone. Il filosofo israeliano dichiara di non essere contrario alla sorveglianza per fermare la pandemia e sottolinea la pericolosità legata a chi potrebbe utilizzare determinate forme di sorveglianza e con che scopi.

Harari, teorico di filosofia globalista e transumanista, esperto conoscitore di determinate dinamiche e tecnologie, nel suo discorso tratteggia come si potrebbe arrivare in futuro a quello che lui stesso definisce “il peggiore regime totalitario della storia”.

“Sai la rabbia è un fenomeno biologico proprio come una malattia, non è un qualcosa di spirituale là fuori, è un modello biologico nel tuo corpo. Con questo tipo di sorveglianza, tu guardi il grande presidente o il grande leader fare un discorso in televisione e la televisione può monitorarti e sapere se sei arrabbiato o meno, semplicemente analizzando le indicazioni biologiche provenienti dal tuo corpo. Sei arrabbiato riguardo quello che stai ascoltando? sei spaventato? sei annoiato?… Questo è il tipo di potere che Stalin non ha avuto. Quando Stalin teneva un discorso applaudivano e sorridevano. Come fai a conoscere quello che pensano veramente su Stalin? E’ molto difficile non puoi avere agenti del KGB che seguono tutti sempre e anche se lo fai guardi solo il loro comportamento esteriore”

Yuval Noah Harari e la sorveglianza del futuro

“Non si conosce cosa avviene nella tua mente ma entro 10 anni, i futuri Stalin del XXI secolo potrebbero guardare nelle menti, nei cervelli di tutta la popolazione in ogni momento. Inoltre avranno il potere del calcolo per analizzare tutto questo, non è come avere un agente che segue tutti sempre…. Ora non hai bisogno di agenti umani, non hai bisogno di umani che analizzano, hai giusto bisogno di un sacco di sensori e intelligenza artificiale che li analizzino e basta. E così hai il peggiore regime totalitario della storia. E il covid è importante perché il covid legittima alcuni passaggi cruciali, anche in paesi democratici

Sensori ed intelligenza artificiale potrebbero in futuro essere di supporto agli “Stalin” desiderosi di avere accesso ai pensieri racchiusi nelle menti delle persone. Le emozioni umane potrebbero essere ridotte a fenomeni biologici del corpo, indicazioni rilevabili attraverso un sensore, registrabili ed analizzabili per lo scopo che il sistema ritiene più utile, come controllare il consenso o l’opposizione nei confronti di chi detiene il potere. Harari riconosce che la pandemia ha rappresentato il punto di svolta. Con il Covid 19 le persone hanno iniziato ad accettare, di fatto legittimandole, forme di controllo non in linea con la prassi dei paesi democratici, l’assaggio di un possibile futuro.

Nonostante i rischi dunque riconosciuti, e dilemmi etici sui quali si preferisce soprassedere, il campo dei sensori impiantabili nel cervello e dei microchip da inserire sotto pelle resta di grande interesse così come le idee transumaniste.

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