Lo scienziato statunitense Dennis Lynn Meadows è stato un membro del Club di Roma e coautore del rapporto “I limiti della crescita”. Fra il 1970 e il 1972 ha diretto al MIT (Massachusetts Institute of Technology) il “Progetto Club di Roma sulla difficile situazione dell’umanità”, commissionato appunto dal Club di Roma. Questa associazione elitaria, creata nel 1968, fin dalla sua fondazione si è attribuita la missione di analizzare gli scenari globali e di individuare soluzioni per tutti. L’obiettivo del progetto era quello di simulare, in un modello matematico globale, le conseguenze di una crescita continua della popolazione, analizzando fattori come disponibilità di cibo, consumi di materie prime, sviluppo industriale, inquinamento. Dennis Meadows, Donella Meadows, Jorgen Randers e William W. Behrens III hanno poi esposto i risultati del loro lavoro nel rapporto “I limiti della crescita” (The Limits to Growth).
In un’intervista del 2017, Dennis Meadows parla apertamente di riduzione della popolazione e menziona anche le epidemie come un possibile meccanismo per raggiungerla.
“Domani potrebbe esplodere un enorme vulcano in Indonesia, riducendo così la produzione agricola del pianeta del 40% o 50% per cinque anni. Come facciamo a sapere che potrebbe accadere? è successo più volte in passato quindi, in genere, qualcosa che è accaduto in passato potrebbe accadere di nuovo. Oppure delle epidemie. Non so come accadrà ma, a livello globale, siamo così al di sopra del livello di popolazione e di consumo che possono essere sopportati da questo pianeta che so che, in un modo o nell’altro, tornerà giù. Non spero di evitarlo, spero che possa verificarsi in modo civile e per civile intendo in un modo speciale, pacifico. Pace non significa che tutti siano felici ma significa che i conflitti non si risolvono con la violenza, con la forza ma piuttosto in altri modi”
“Il pianeta può sostenere qualcosa come 1 miliardo di persone, forse 2 miliardi a seconda di quanta libertà e di quanto consumo materiale si vuole avere. Se vuoi più libertà e più consumi, devi avere meno persone e, viceversa, puoi avere più persone. Potremmo anche avere 8 o 9 miliardi probabilmente se avessimo una dittatura molto forte e che fosse intelligente. Sfortunatamente non ci sono mai dittature intelligenti, sono sempre stupide, ma se avessi una dittatura intelligente e un basso tenore di vita potresti averli. Ma noi vogliamo avere la libertà e vogliamo avere un tenore di vita elevato, quindi avremo 1 miliardo di persone e ora ne siamo 7, quindi dobbiamo tornare giù. Spero che questo possa avvenire in modo lento, relativamente lento, e che possa essere fatto in un modo relativamente equo in modo che le persone condividano l’esperienza e che non ci siano pochi ricchi che cercano di costringere tutti gli altri ad affrontare questo”

Secondo Meadows dunque, visto che gli essere umani pretendono un alto tenore di vita, la strada è quella del ritorno ad 1 miliardo di esseri umani. La sua esposizione sembra suggerire un approccio che privilegi la pianificazione ad altre soluzioni. Dettaglio non trascurabile, il riferimento a “pochi ricchi” che potrebbero costringere tutti ad affrontare queste difficoltà.
Aggiornamento del rapporto Meadows
Il rapporto “I limiti della crescita” ha stimolato il dibattito sulla sostenibilità globale e influenzato le politiche ambientali. Nella pubblicazione del 1972, le raccomandazioni si concentravano su “come rallentare la crescita”. Nel libro “I limiti alla crescita: l’aggiornamento trentennale”, pubblicato nel 2004, Meadows aggiunge l’importanza di indicare alle persone come gestire un’ordinata riduzione delle proprie attività, per preservare le risorse.
Pianificazioni come il Grande Reset e l’Agenda promossa dall’élite globale sono di fatto in linea con le indicazioni del rapporto di Meadows e del Club di Roma.
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