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MAKE MOSSAD GREAT AGAIN

Tra il sospetto di una colossale operazione di copertura e il nervosismo di chi cerca di insabbiare tutto, lo scandalo Epstein riesplode improvvisamente, travolgendo l’opinione pubblica. Jeffrey, da asset dei Servizi segreti, oggi viene presentato come estraneo a qualsiasi traffico e ricatto di uomini potenti

Mentre il Dipartimento di Giustizia e l’FBI cercano di mettere a tacere il caso Jeffrey Epstein una volta per tutte, le incongruenze con quanto emerso in precedenza appaiono troppo macroscopiche. L’8 luglio 2025, durante una riunione di Gabinetto, il Presidente Donald Trump ha reagito nervosamente a una domanda su Epstein, quasi cercando di proteggere il Procuratore Pam Bondi, già in difficoltà da giorni.

Stai ancora parlando di Jeffrey Epstein? Di questo tizio si parla da anni. Stai chiedendo, abbiamo il Texas, abbiamo questo, abbiamo tutte le cose… la gente parla ancora di questo tizio, di questo tipo losco. È incredibile. Vuoi davvero perdere tempo e ti va di rispondere… Non riesco a credere che tu stia facendo una domanda su Epstein in un momento come questo in cui stiamo avendo alcuni dei più grandi successi e anche tragedie con quello che è successo in Texas. Sembra una profanazione ma vai pure avanti

Il Presidente Trump ha cercato di spostare l’attenzione su altri argomenti, come l’emergenza in Texas. Ha attaccato il reporter per aver parlato ancora di Epstein, come se non fossero appena state rilasciate dichiarazioni sorprendenti a riguardo e non si trattasse dell’argomento del momento. Il giornalista durante le scomode domande ha riportato che fu proprio il Segretario del Lavoro scelto da Trump durante la prima presidenza, Alexander Acosta, a sostenere che Epstein lavorasse per i servizi segreti, toccando un punto centrale.

Il Procuratore Generale ha risposto di non saperne nulla e che avrebbe indagato ulteriormente. Ha chiarito inoltre che, quando ha affermato di avere la lista clienti di Epstein sulla scrivania, si riferiva semplicemente all’insieme dei fascicoli da esaminare e che i file hanno rivelato materiale di pornografia infantile che non sarà mai rilasciato. Per quanto riguarda il minuto mancante nel video carcerario, Pam Bondi ha spiegato che l’assenza sarebbe dovuta ad un reset automatico del sistema di sorveglianza che si ripeteva ogni notte, nello stesso orario, con la medesima modalità.

Il commentatore politico Saagar Enjeti, ospite di Tucker Carlson, ha parlato senza mezzi termini di un insabbiamento sistematico che coinvolge i livelli più alti dell’intelligence statunitense e israeliana.

Epstein e il Mossad

Il legame Epstein-Mossad è stato confermato da più fonti, inclusa quella dell’ex agente israeliano e informatore Ari Ben-Menashe, il contatto di Robert Maxwell, padre di Ghislaine Maxwell.

Epstein e il Mossad

Intervistato da RT International, Ben-Menashe ha riferito che Israele era impegnato in un’operazione per ricattare politici americani utilizzando video di abusi su minori e che i traffici della Maxwell servivano per passare minorenni ad Epstein. Il giornalista Dylan Howard, nel programma The Morning Show dell’emittente australiana 7NEWS, già nel dicembre 2019 esponeva come secondo l’ex agente Ari Ben‑Menashe Jeffrey Epstein avesse orchestrato una “honey‑trap”, una trappola al miele, di registrazioni compromettenti per incastrare e ricattare personaggi potenti. Maria Farmer, una delle donne “trafficate” da Epstein, ha raccontato infatti che la casa del finanziere a New York era piena di telecamere, con una stanza di monitor che inquadravano costantemente camere e bagni.

Era risaputo dunque che il finanziere lavorasse per il Mossad, ma oggi si cerca di nasconderlo. Il giornalista Tucker Carlson e il commentatore politico Saagar Enjeti, conduttore di “Breaking Points with Krystal and Saagar” e in precedenza corrispondente dalla Casa Bianca per il Daily Caller, l’8 luglio 2025, hanno discusso del caso. Tucker Carlson ha affermato:

Parlo per me stesso: non avrei mai pensato di dover chiedere scusa a Jeffrey Epstein. Per tutte le volte che ho diffamato quell’uomo, per tutte le volte che l’ho accusato di crimini, di ricattare persone, di trafficare bambini a personaggi potenti in tutto il mondo per conto di servizi segreti globali. E poi ieri ho appreso dal Procuratore Generale Pam Bondi che non è vero! Si è suicidato dopo 36 giorni di prigione senza motivo. Era un miliardario, non aveva clienti, non aveva fatto nulla di male a parte un paio di massaggi maliziosi 20 anni prima, e si è suicidato

Saagar Enjeti ha espresso il suo scetticismo per le dichiarazioni di Kash Patel e del DOJ, avanzando l’ipotesi che il Dipartimento di Giustizia stia deliberatamente nascondendo informazioni cruciali.

Stiamo assistendo a una delle più sistematiche coperture governative di tutti i tempi. […] Le azioni degli ultimi giorni confermano l’idea che questo non sia solo un insabbiamento sistematico del governo ai massimi livelli, non solo coinvolgendo il traffico sessuale, ma arrivando fino ai livelli più alti dell’intelligence statunitense, della comunità dell’intelligence israeliana, che coinvolge persone potenti, miliardari qui negli Stati Uniti, ex primi ministri di Israele, il nostro attuale Presidente, ex presidenti degli Stati Uniti

La lista dei clienti di Epstein potrebbe dunque contenere nomi politicamente sensibili, di alto profilo, e il Dipartimento di Giustizia potrebbe essere sotto pressione per non rivelarli. Enjeti ha citato le attività dell’ebreo ortodosso Robert Maxwell, padre di Ghislaine Maxwell, parallele a quelle di Epstein, suggerendo che ci possa essere una connessione. Le prove potrebbero includere anche documenti che dettagliano attività finanziarie e connessioni con agenzie di intelligence. Uomini potenti hanno vittimizzato e usato le loro vittime per scopi di “traffico”, per intrappolarle in una operazione di intelligence di alto livello di Stati Uniti e Israele, probabilmente gestita in collaborazione.

Nel podcast del 6 giugno 2025, Joe Rogan ha ospitato il direttore dell’FBI, Kash Patel, per parlare del video relativo alla morte di Epstein in carcere e dell’esistenza o meno di video riguardanti i crimini commessi sulla sua isola. Kash Patel ha confermato quanto affermato in una precedente intervista del 18 maggio 2025 con Maria Bartiromo e quanto ripetuto anche dal vicedirettore dell’FBI, Dan Bongino, a Fox & Friends il 29 maggio 2025. Per il direttore dell’FBI, Epstein si è sicuramente suicidato e, per quanto riguarda i video dell’isola, il materiale che le persone si aspettano non esiste. Da 15 anni il pubblico inventerebbe storie che non esitono.

Proprio durante l’intervista, arriva in diretta la notizia del post su X di Elon Musk che accusa Trump di essere nei file di Epstein. Kash Patel, invece di difendere il presidente Trump asserendo la totale infondatezza di queste accuse, ha reagito affermando solamente di volerne rimanere fuori. Il direttore dell’FBI non ha replicato esplicitamente con un “No, Trump non è nei documenti”, un silenzio che pesa. Kash Patel oggi è sicuramente più informato di quando non ricopriva questo ruolo, eppure emerge sempre meno.

Il 7 luglio 2025, Ben Meiselas, conduttore di MeidasTouch, commenta il promemoria definitivo del Dipartimento di Giustizia, ottenuto e pubblicato da Axios, in cui si dichiara che Jeffrey Epstein non deteneva una lista per ricattare uomini ricchi e potenti. Il promemoria del DOJ sostiene che non ci sono prove che Jeffrey Epstein sia stato assassinato, ma che è morto per suicidio. La conclusione è supportata dal DOJ e dall’FBI, che hanno rilasciato 2 filmati dall’esterno della cella di Epstein la notte della sua morte nel 2019, uno grezzo e uno in versione migliorata. La posizione attuale contrasta nettamente con le dichiarazioni precedenti e fa pensare che si stia coprendo proprio Donald Trump.

Ben Meiselas sottolinea una serie di contraddizioni. Pam Bondi aveva dichiarato il 21 febbraio 2025 che la lista dei clienti di Epstein era sulla sua scrivania e che la stava esaminando. Un resoconto ufficiale della Casa Bianca aveva persino pubblicato la notizia che il DOJ avrebbe potuto rilasciare la lista. Il procuratore Bondi aveva affermato che c’era un “camion di prove” da esaminare relative al caso Epstein. Successivamente, aveva segnalato che i procuratori del Distretto Sud di New York, il DOJ e l’FBI di non avevano consegnato i file, “migliaia di pagine di documenti” riguardanti Epstein non erano state consegnate. Come commenta il giornalista di Axios intervistato da Meiselas, Kash Patel e Dan Bonino, prima di essere scelti per guidare l’FBI, erano influencer che promuovevano proprio l’idea di una cospirazione più ampia legata a Epstein. Una volta a capo dell’FBI hanno ridimensionato le loro affermazioni. Patel aveva giustificato i ritardi nel rilascio dei file dicendo che dovevano essere “nel formato giusto” e che serviva tempo per esaminare anni di indagini e di manovre politiche. Ora il cambio di posizione: le teorie cospirative che provenivano da persone vicine a Trump, vengono smontate proprio dagli uomini scelti da Trump.

Elon Musk, con i suoi tweet, ha puntato i riflettori proprio sul coinvolgimento di Trump. E anche le fonti evidenziavano un legame fra Donald Trump e Jeffrey Epstein. Il nome di Trump era sulla lista delle chiamate di Epstein. Trump era presente nei registri di volo di Epstein almeno sette volte. Il suo nome compare nelle deposizioni delle vittime di traffico sessuale di Epstein, con una vittima che ha dichiarato di essere stata con Epstein su un aereo e di averlo visto chiamare Trump in sua presenza. Al processo penale di Ghislaine Maxwell, una donna ha testimoniato che lei e Epstein l’hanno presentata a Donald Trump quando aveva 14 anni. Virginia Giuffre infatti era stata reclutata a Mar-a-Lago quando era minorenne.

Quando è stato chiesto a Donald Trump se avrebbe rilasciato i file Epstein, Trump aveva risposto:

Si, immagino che lo farei… penso un pò meno perché non si vuole influenzare la vita delle persone se ci sono cose false li dentro, perché c’è un sacco di roba falsa in tutto quel mondo

Nonostante le promesse di trasparenza, l’amministrazione Trump e il Dipartimento di Giustizia ora affermano che i file Epstein non esistono e che il suicida Epstein non ha mai ricattato uomini potenti. I legami risaputi di Epstein con i servizi segreti vengono insabbiati. Candace Owens approfondisce anche la figura di Donald Barr, figlio dell’ex Procuratore di Trump William Barr e autore di un inquietante libro di fantascienza “Space Relations” che tratta di un gruppo di oligarchi che dominano il mondo attraverso lo sfruttamento sessuale dei minori. Donald Barr assunse, nel suo prestigioso istituto, proprio il 21enne Jeffrey Epstein, senza che fosse in possesso delle opportune qualifiche. Allo stesso modo, senza qualifica alcuna, Epstein muoverà i primi passi nel mondo dell’alta finanza, partendo come semplice assistente in uno studio di professionisti del trading. Candace riporta come Epstein sia diventato miliardario e non si sa come abbia fattto. Gli incredibili privilegi goduti in carcere nel suo primo processo per sfruttamento minorile e molestie, la sua carriera agevolata da potenti milionari, i rapporti con le intelligence nazionali e straniere mostrano chiaramente che Jeffrey Epstein non era una persona comune, ma godeva di agganci a livelli che superano la comprensione comune.

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MAKE MOSSAD GREAT AGAIN – VOLUME 2