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MAKE MOSSAD GREAT AGAIN – VOLUME 2

L’insabbiamento del caso Epstein da parte del DOJ e dell’FBI riaccende i riflettori sulla bomba nucleare sganciata da Musk, sulle reazioni di Donald Trump e su molte altre incongruenze

Il DOJ di Trump cala il sipario sul caso Epstein, nessuna lista di clienti, nessun materiale ulteriore da declassificare. Le aspettative di ottenere risposte oneste vengono tradite da chi prometteva trasparenza. L’insabbiamento in atto riaccende l’attenzione sull’esplosiva dichiarazione di Musk circa la presenza di Donald Trump nei files e sulle reazioni dello stesso Presidente. Quando fu chiesto a Trump se avrebbe declassificato i files su Epstein, la sua risposta fu titubante:

Immagino di sì… ma meno perché non si sa mai, non voglio influenzare le persone…

Un’esitazione che pesa, soprattutto alla luce della recente reazione nervosa durante una riunione di Gabinetto. Trump ha redarguito un giornalista dicendogli:

Ancora con questa storia di Jeffrey Epstein?

Make Mossad Great Again

quasi ad impedire la domanda se Epstein lavorasse per i servizi segreti, appena posta dal reporter al Procuratore Generale.

Nonostante Pam Bondi avesse dichiarato pubblicamente di avere la lista dei clienti di Epstein “sulla sua scrivania” e avesse parlato dell’esistenza di migliaia di video compromettenti, secondo il DOJ e l’FBI dei facoltosi clienti del miliardario pedofilo non c’è più traccia. Sembra emergere un quadro in cui il sistema protegge i potenti, il traffico di minori e il metodo stesso del ricatto.

Nell’episodio del 6 giugno 2025 del podcast The Daily Beast, la direttrice creativa Joanna Coles ha incontrato il giornalista e scrittore Michael Wolff per parlare della bomba “nucleare” sganciata da Musk. In un’escalation senza precedenti, l’uomo più ricco del mondo, Elon Musk, e l’uomo più potente del mondo, Donald Trump, si sono affrontati in una lotta in stile WWE.

Wolff, biografo di Trump, ha raccontato dell’amicizia “segreta a voce alta” fra Trump ed Epstein. I due erano inseparabili e si completavano a vicenda. Condividevano donne, aerei, strategie commerciali e consigli su come non pagare le tasse. Wolff racconta di aver visto alcune delle fotografie compromettenti: uno scatto con ragazze in topless, di età incerta, sedute in grembo a Trump e un altro in cui Trump ha una macchia sui pantaloni, alcune ragazze in topless ridono e lo indicano. Per Wolff è possibile che Musk si riferisca a queste immagini, che erano custodite nella cassaforte di Epstein quando l’FBI ha perquisito la sua casa. DOGE arriva ovunque, non sorprenderebbe se Elon fosse venuto a conoscenza di dettagli riservati, nascosti al pubblico.

Prima di guidare l’FBI, gli stessi K. Patel e D. Bongino chiedevano la divulgazione dei nomi legati ad Epstein. Così come la chiedeva J.D. Vance. Oggi queste figure lavorano per Trump e tutto viene messo a tacere. Come fa notare anche il fratello del defunto Jeffrey Epstein, non si può escludere che coprano proprio Donald Trump.

I ricatti di Epstein e del Mossad

Di fatto esiste comunque un patrimonio di informazioni ancora non divulgate: testimonianze delle vittime, registrazioni video delle telecamere installate nelle residenze di Epstein, documenti bancari che potrebbero indicare chi frequentava quei luoghi e approfittava della tratta sessuale di minori, il diario di Virginia Giuffre, una delle vittime che con le sue denunce coraggiose ha fatto emergere l’intero traffico. Se anche non esistesse materialmente una lista sarebbe possibile dedurre i clienti di Epstein da altro materiale.

Il controverso avvocato Alan Dershowitz, egli stesso coinvolto in accuse da parte di vittime di Epstein, pur vincolato alla riservatezza, ora giura che i documenti e i nomi di facoltosi clienti esistono. Dershowitz si era occupato della difesa di Epstein e anche di quella di Trump nel caso di impeachment.

Sigrid McCawley, avvocato delle vittime, che con Virginia Giuffre aveva instaurato un legame di amicizia, ha dichiarato:

Abbiamo ottenuto molte informazioni. Sorprende che il governo sappia di avere un tesoro di dati ma non li divulga. Lavoro su questi casi da anni ci sono molte informazioni su Epstein e i suoi complici che il pubblico non ha potuto vedere.

Hanno preso diversi computer, diversi oggetti dalle case, non solo hanno messo al sicuro informazioni dalla sua casa in Florida ma anche dalla sua casa di New York. Cosa c’era su quei computer? Il pubblico non l’ha visto. Cosa ci dicono i documenti finanziari? Ci dicono che denaro gli veniva dato da certi individui, che denaro veniva fatto affluire a certi individui, tutto questo è fondamentale affinché il pubblico possa sapere capire come qualcuno abbia potuto gestire un sistema di traffico sessuale per oltre vent’anni senza essere condannato. Ci sono un sacco di informazioni su ciò che accadeva nel mondo di Epstein chi entrava e usciva dalle sue case, chi pagava e chi no etc etc … documenti bancari

Epstein non avrebbe mai potuto orchestrare tutto questo da solo senza l’aiuto di complici. Parliamo di avvocati senza scrupoli, contabili compiacenti, un’intera rete che lo proteggeva attivamente. È incredibile come nessuno sia stato ancora perseguito penalmente per questi crimini

Un’intera rete di collaboratori, avvocati, contabili aiutava Epstein e il Mossad a ricattare influenti pedofili.

Nel novembre 2019, Project Veritas ha pubblicato un video della conduttrice Amy Robach che confermava di aver avuto un’intervista esclusiva con Virginia Roberts (Guiffre), con una quantità incredibile di prove che implicavano numerose personalità, tra cui l’ex presidente Bill Clinton e il principe Andrea, ma ABC si era rifiutata di trasmetterla. Il “Palazzo” aveva fatto pressioni sulla rete affinché non divulgasse il reportage su Epstein. ABC News ha poi cercato di identificare l’insider che aveva fatto trapelare il video di Amy Robach.

Emerge inoltre che il video divulgato dal DOJ della cella di Epstein, che doveva provare oltre ogni dubbio il suicidio del finanziere, sarebbe stato editato. Secondo un’indagine congiunta di esperti indipendenti infatti, il filmato legato alla morte di Jeffrey Epstein sarebbe stato modificato prima di essere reso pubblico. L’analisi ha scoperto metadati nascosti incorporati che hanno rivelato che il filmato non proveniva direttamente dal sistema di sorveglianza interno del carcere. Il file è stato elaborato, a quanto pare con Adobe Premiere Pro, un programma di editing video professionale. Le prove suggeriscono che sia stato assemblato a partire da almeno due clip separate, salvato più volte ed esportato prima di essere pubblicato dal DOJ come se si trattasse di un filmato “grezzo”. Questo non significa che sia stato falsificato, ma non era veramente grezzo. Inoltre, i filmati di sicurezza delle carceri di solito contengono filigrane o identificativi delle telecamere impressi nel video per comprovarne l’autenticità ed impedirne la manomissione. Questo video non ne contiene. Ciò rende impossibile verificare se tutti i fotogrammi siano presenti o se il video sia nel suo formato originale.

Analizzando le immagini di sorveglianza della notte in cui Epstein si sarebbe suicidato in cella, emergono anche altre incongruenze. Il filmato mostra solo un’area comune e non inquadra direttamente la cella del detenuto, che si trovava al piano di sotto, in basso a destra fuori campo. Le telecamere del piano in cui si trovava la cella di Epstein non funzionavano. Inoltre, nonostante i documenti ufficiali riportino che nessun detenuto si trovasse in circolazione in quel momento, il video mostra chiaramente una persona in tuta arancione scortata verso una cella e successivamente un’altra impercettibile sagoma arancione. Le autorità hanno giustificato questa seconda presenza parlando di personale che trasportava abiti per detenuti, ma la spiegazione non sembra compatibile con le immagini. In questo scenario opaco, denso di ambiguità e contraddizioni, il vice direttore dell’FBI Dan Bongino minaccia di lasciare il suo incarico per scontri con il procuratore Pam Bondi.

Mentre le vittime di questa rete di abusi non riescono ad ottenere giustizia, si insabbia ancora una volta il legame di Epstein con i servizi segreti israeliani e si proteggono uomini influenti, tenuti in pugno dal Mossad per i loro crimini sessuali.

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MAKE MOSSAD GREAT AGAIN – VOLUME 3